L’INPS verserà un Bonus alle mamme del valore massimo di 2.037 euro. Quali sono i requisiti per riceverlo? Scopriamolo.
È stato prorogato per un ulteriori anno il cd. Assegno di maternità comunale, il beneficio riconosciuto alle madri che rispettano determinate condizioni, fissate da ciascun Comune italiano, ai sensi della Legge n. 151 del 26 marzo 2001.
Si tratta di un sussidio destinato a tutelare coloro che non hanno una copertura previdenziale oppure che non hanno una sufficiente anzianità contributiva e viene concesso dai Comuni ma pagato dall’INPS. Si distingue, dunque, dall’Assegno di maternità statale, che invece spetta esclusivamente alle madri lavoratrici precarie.
L’Istituto di Previdenza ha annunciato che, in virtù del nuovo adeguamento al tasso di inflazione, per il 2025 l’importo del Bonus varierà e subirà un incremento, portandosi a 2.037 euro totali, corrisposti in cinque rate da 407,4 euro. Ma quali sono i requisiti per beneficiare della misura economica? Vi sveliamo tutti i dettagli.
L’Assegno di maternità comunale è detto anche “Bonus mamme disoccupate” e viene riconosciuto a coloro che risiedono in Italia (dunque, anche a cittadine comunitarie o straniere in possesso di un valido permesso di soggiorno) e che rispettano le seguenti condizioni:
Il Bonus non è compatibile con gli altri sussidi previdenziali, tranne nel caso in cui non si debba ottenere dal Comune la quota differenziale.
Il Bonus mamme disoccupate può essere chiesto al Comune entro sei mesi dalla data di nascita del bambino oppure dall’ingresso nel nucleo familiare, in caso di adozione o preadozione. L’istanza va presentata direttamente al Comune di residenza, il quale dovrà compiere tutte le verifiche necessarie per accertare il possesso dei requisiti richiesti dalla normativa. L’Assegno di maternità comunale viene attributo entro il termine di 30 giorni.
Segnaliamo, infine, che è fondamentale distinguere tra l’Assegno di maternità comunale e quello riconosciuto dallo Stato. Per il primo, infatti, è obbligatorio il rispetto del requisito reddituale, mentre il sussidio statale è riconosciuto alle madri che svolgono lavori atipici e discontinui e in possesso di almeno 3 mesi di contributi dai 18 ai 9 mesi antecedenti la nascita del figlio o l’ingresso del minore nel nucleo familiare.
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