Il Governo ha apportato delle importanti novità in tema di detrazione per i figli a carico, che potrebbero incidere negativamente sulle finanze familiari.
Uno degli obiettivi del Governo Meloni è incentivare i giovani a lasciare la casa dei genitori, per metter su famiglia. Al tal fine, verranno introdotte una serie di misure destinate a coloro che non studiano e non lavorano e che dipendono economicamente dai genitori.
Recentemente, ad esempio, è stato stabilito l’inclusione degli over 26 nell’ISEE familiare, qualora non siano sposati e non abbiano figli. Ma c’è anche un’altra manovra destinata a influire pesantemente sul bilancio finanziario delle famiglie.
Nelle Legge di Bilancio è stata disposta l’abolizione delle detrazioni fiscali per i figli a carico con più di 30 anni di età. Di conseguenza, tantissimi lavoratori dovranno dire addio al beneficio in busta paga e subiranno un taglio dello stipendio netto, a partire dal prossimo anno.
Finora, i genitori di figli con reddito annuo inferiore a 4 mila euro (se minori di 24 anni) o 2.840,51 euro (se over 24), hanno beneficiato delle detrazioni IRPEF. In particolare, è previsto l’accredito di una somma di 950 euro all’anno per ogni figlio di almeno 3 anni e una di 1.220 euro all’anno per ogni figlio minore di 3 anni. Nel caso di figli disabili, invece, è prevista una maggiorazione di 400 euro, mentre per i nuclei con almeno tre figli a carico, l’aumento è di 200 euro.
Dal prossimo gennaio, tuttavia, le regole potrebbero cambiare e i lavoratori con figli con più di 30 anni di età dovranno dire addio alle detrazioni; queste ultime rimarranno solo per i figli disabili. La novità avrà un peso preponderante sugli stipendi, che subiranno una riduzione dai 950 ai 1.150 euro.
Per il Governo, l’abolizione delle detrazioni sarebbe necessaria perché spingerebbe i giovani ancora dipendenti dai genitori a cercare lavoro o impegnarsi in un percorso formativo. Per molti, la modifica al sistema delle detrazioni è legata a quella che ha coinvolto l’ISEE, ina base alla quale i figli maggiorenni con più di 26 anni, non conviventi, non sposati e senza figli, sono stati inclusi nel nucleo dei genitori.
Le conseguenze sono state evidenti soprattutto nel riconoscimento dell’Assegno di Inclusione. Molti giovani che, fino al 2023, hanno percepito il Reddito di Cittadinanza, si sono visti rifiutare la richiesta del nuovo sussidio economico, perché il valore reddituale e patrimoniale dei genitori è risultato superiore alla soglia fissata dalla legge.
In conclusione, la paura delle famiglie è che le novità del Governo Meloni non sortiscano gli effetti desiderati ma danneggino sia i giovani sia i loro genitori.
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