Alcune categorie di lavoratori possono andare in pensione con 60 anni di età oppure 35 anni e 10 mesi di contribuzione. A chi spetta il beneficio?
La Manovra finanziaria non ha apportato significativi cambiamenti al sistema previdenziale italiano e, dunque, anche per il prossimo anno restano confermate gran parte delle misure per accedere al pensionamento.
Per la pensione di vecchiaia, continueranno a essere necessari almeno 67 anni di età e 20 di contributi, mentre per chi ha particolari requisiti o rientra in categorie agevolate, sono a disposizione gli strumenti di flessibilità in uscita come APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103.
Per chi ha compiuto 60 anni non sono previsti nuovi benefici, così come per coloro che hanno maturato 35 anni di anzianità contributiva. C’è, tuttavia, un meccanismo di pensionamento anticipato riconducibile addirittura alla Legge Fornero, grazie al quale si potrà smettere di lavorare anche nel 2025 e nel 2026 con ben 7 anni di anticipo. Scopriamo di quale misura si tratta e quali condizioni richiede.
Non tutti sanno che attraverso l’isopensione è possibile accedere a una conveniente forma di prepensionamento. Si tratta di uno strumento diretto ai lavoratori con almeno 60 anni di età oppure con 35 anni e 10 mesi di contribuzione e a cui mancano 7 anni per raggiungere la pensione di vecchiaia ordinaria o la pensione anticipata contributiva.
L’isopensione è stata introdotta nel 2012 dalla Riforma Fornero ed è caratterizzata dal coinvolgimento non solo dell’INPS, anche dell’azienda presso la quale il dipendente presta servizio e i sindacati. Possono utilizzare tale misura solo i lavoratori privati di aziende che hanno almeno 15 dipendenti.
Lo strumento è, inoltre, azionabile previo accordo tra datore e sindacati, all’interno di una procedura di gestione degli esuberi. Nel dettaglio, l’azienda deve comunicare il numero di lavoratori da mandare in prepensionamento tramite l’isopensione e, se raggiunge l’intesa con i sindacati, la propone ai dipendenti interessati.
Saranno, poi, questi ultimi a dover decidere se accettarla o meno. I costi per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro sono a totale carico dell’azienda, che dovrà anche pagare la pensione erogata dall’INPS. Al datore spetta l’accredito della contribuzione figurativa per coloro che beneficiano dell’isopensione con 35 anni e 10 mesi di versamenti.
È opportuno segnalare, infine, che la somma spettante ai lavoratori varia a seconda dell’assegno pensionistico maturato al momento del prepensionamento e, dunque, ha lo stesso importo di una pensione normale.
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