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Economia

Panico per le lettere inviate dall’INPS: chi dovrà restituire la pensione?

Alcuni contribuenti stanno ricevendo comunicazioni dall’INPS contenenti l’obbligo di restituzione delle pensioni. Per quale motivo?

Tanti pensionati italiani stanno ricevendo delle lettere dall’INPS, contenti l’invito a restituire dei soldi. Come si legge nella richiesta, le somme sarebbero state indebitamente percepite. Ma qual è la causa di questa situazione, che sta destando ansia e preoccupazione in centinaia di persone?

L’INPS sta inviando una serie di lettere ai pensionati (governarelascuola.it)

Nella maggior parte dei casi, alla base delle restituzioni ci sono errori compiuti dall’Istituto di Previdenza oppure dai pensionati e, in particolare, da coloro che sono titolari di trattamenti legati al reddito o a specifiche caratteristiche. Qualora i requisiti richiesti vengano meno, le somme indebitamente ricevuto andranno restituite.

Ma, nelle ultime settimane, i pensionati stanno ricevendo lettere dall’INPS legate a un importante adempimento che, se non effettuato, comporta proprio l’obbligo di consegnare i soldi percepiti.

Pensione sospesa e restituzione delle somme per tutti coloro che non provvedono a questi adempimenti

È iniziata la nuova campagna RED dell’INPS e molti pensionati ne stanno già subendo le conseguenze. In cosa consiste?

Tantissimi contribuenti rischiano di dover restituire la pensione (governarelascuola.it)

I percettori di assegni pensionistici legati ai redditi propri e dell’eventuale coniuge devono comunicare all’INPS tali redditi, per consentire all’Istituto di controllare che abbiano ancora diritto alla prestazione. L’adempimento va effettuato presentando il cd. Modello RED, nel caso in cui non si invii la Dichiarazione dei Redditi annuale all’Agenzia delle Entrate.

Ma le lettere di restituzione delle somme possono interessare anche i percettori di prestazioni per invalidi che non presentano all’INPS il Modello INV.CIV. Si tratta, infatti, di un documento essenziale perché accerta l’eventuale ricovero presso strutture pubbliche e la conseguente sospensione del diritto alle prestazioni economiche, per i periodi di degenza.

Le lettere di restituzione possono arrivare anche ai pensionati che hanno beneficiato di Quota 103 o dell’Ape sociale, misure per le quali è sancito il divieto di cumulo con i redditi da lavoro. Chi ha smesso di lavorare in anticipo tramite uno dei seguenti strumenti non può lavorare, a meno che non svolga un lavoro autonomo occasionale da cui derivano guadagni non superiori a 5 mila euro annui.

Coloro che non rispettano tale requisito, rischiano la sospensione della prestazione economica e l’obbligo di restituzione di tutti i ratei di pensione riscossi nel periodo di mancato rispetto del divieto di cumulo.

Ma cosa succede nel caso in cui si ricevono le lettere dall’INPS? Se sono state effettivamente riscossi dei soldi in maniera indebita a causa di omissioni da parte dei contribuenti, questi ultimi dovranno sottostare al provvedimento. Potranno eventualmente presentare richiesta per la rateizzazione degli importi che devono essere restituiti.

Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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