30Finalmente si allarga la platea delle beneficiarie del Bonus mamme. Scopriamo chi potrà riceverlo nel 2025.
La nuova Manovra finanziaria ha confermato anche per il prossimo anno il cd. Bonus mamme lavoratrici, ossia la misura che prevede lo sgravio contributivo assoluto per le donne con figli.
Grazie all’agevolazione, in tantissime potranno beneficiare di aumenti in busta paga, perché non dovranno pagare la quota di contributi che, normalmente, è a carico dei lavoratori (pari al 9,19%). L’esonero spetta fino a una soglia massima di 3 mila euro annui e, dunque, di 250 euro al mese. In pratica, il sussidio comporterà un reale incremento dello stipendio, perché sarà lo Stato a versare i contributi che finora erano a carico delle lavoratrici.
La Legge di Bilancio 2025 ha stabilito delle novità fondamentali, allargando la platea delle beneficiarie e modificando alcuni requisiti di accesso alla misura economica. Scopriamo chi potrà richiedere lo sgravio contributivo totale e ottenere un incremento dello stipendio fino a 3.000 euro all’anno.
Il Bonus mamme è rivolto alle lavoratrici con almeno due figli, fino al compimento del decimo anno di età di quello più piccolo. Dal 1° gennaio 2027, invece, il Bonus spetterà solo alle lavoratrici con almeno tre figli, fino al raggiungimento della maggiore età di quello minore.
Ma la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto una fondamentale novità: il sussidio spetterà, dal prossimo gennaio, anche alle lavoratrici autonome, tranne quelle che hanno scelto il regime forfettario. Restano escluse le lavoratrici domestiche.
Dal 2025, però, per ottenere il Bonus le lavoratrici dovranno percepire una retribuzione o possedere un reddito non superiore a 40 mila euro annui. Tale requisito si applicherà solo per le nuove titolari, non anche per quelle che lo hanno già ricevuto nel 2024.
Come si legge sul sito dell’INPS, poi, il Bonus mamme potrà essere percepito soltanto per i periodi di retribuzione effettiva e, dunque, sono esclusi quelli duranti i quali le titolari hanno beneficiato del congedo obbligatorio di maternità, perché per tale periodo spetta un indennizzo dall’INPS, coperto dalla contribuzione figurativa. L’indennità di maternità, inoltre, è pari all’80% dello stipendio; di conseguenza, il Bonus potrà essere erogato soltanto nell’ipotesi in cui il datore di lavoro copra il restante 20% della retribuzione.
Il Bonus, infine, non potrà essere corrisposto per i periodi di congedo parentale e quelli di congedo straordinario retribuito, perché anche questi ultimi sono coperti da un indennizzo e dalla sola contribuzione figurativa.
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