Boom vendita vestiti usati: ecco cosa si cela dietro la moda del vintage

Decolla il mercato dell’abbigliamento di seconda mano, con un incremento superiore al 20% annuo. Qual è il segreto del successo?

La moda dei vestiti usati è diventata molto diffusa negli ultimi anni, anche in Italia. Il cd. Second hand è responsabile di un giro di affari miliardario, destinato a crescere in futuro.

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Cresce il mercato del second hand in tutto il mondo (governarelascuola.it)

Secondo un rapporto redatto dal Boston Consulting Group, in collaborazione con la piattaforma Vestiaire Collective, il riuso dei capi comprenderebbe un business di ben 100 miliardi di dollari che, nel 2025, potrebbe crescere fino a 350 miliardi di dollari, complici gli e-commerce (circa il 63% degli acquirenti del 2023 avrebbe comprato online).

Il motivo primario di tale successo è riconducibile alla volontà di rendere la moda più sostenibile e circolare, visto che, per la realizzazione di nuovi capi di abbigliamento, è necessaria una considerevole mole di energia e vengono emessi grandi quantità di gas serra. Il “fast fashion”, poi, è la causa della formazione di vere e proprie discariche di abiti da smaltire. MA quanto è destinato a crescere il riuso in Italia?

Second hand: quando la moda fa bene all’ambiente

Anche in Italia, il mercato del second hand ha assunto un ruolo primario, sia per gli acquirenti sia per i rivenditori, visto che vendere i capi di abbigliamento che non si indossano più consentirebbe di guadagnare un bel po’ di soldi.

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Comprare o rivendere abiti usati assicura una serie di vantaggi (governarelascuola.it)

Nel nostro Paese, la maggior parte dei consumatori continua a preferire i mercatini, i negozi e le fiere, rispetto ai siti come Vinted ed eBAy. Chi decide di comprare vestiti di seconda mano lo fa principalmente per ridurre gli sprechi.

Anche le grandi industrie del settore tessile hanno dovuto adeguarsi a tale tendenza, tanto che ben 163 marchi hanno deciso di proporre, accanto al fast fashion, punti di rivendita o siti di second hand (ne è un esempio YCMC- Your Closet My Closet). Grazie alla tecnologia, le aziende possono inserire tutti i capi di cui dispongono, dividendoli per categorie e facilitando la ricerca ai possibili acquirenti.

Si tratta di una strategia di vendita decisamente vincente, visto che riuso consente di ottenere nuovi i clienti, soprattutto coloro che non riuscirebbero ad acquistare marchi lussuosi, perché troppo costosi a prezzo pieno.
In conclusione, rinnovare l’abbigliamento grazie al second hand rappresenta una scelta sostenibile per l’ambiente e per le finanze personali. Permette, infatti, non solo di risparmiare soldi, ma anche di ridurre le emissioni tossiche generate dalle industrie e l’inquinamento derivante dagli indumenti invenduti o inutilizzati. Anche a parità di costo, dunque, conviene sempre comprare vestiti usati.

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