La Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio, per garantire il diritto al parcheggio gratuito a una platea di disabili più estesa.
Il Codice della Strada riconosce alle persone disabili il diritto a ricevere il contrassegno per la sosta gratuita presso tutte le aree di parcheggio pubblico, anche quelle delimitate dalle strisce blu (ossia a pagamento), senza dover trovare degli stalli riservati.
Lo scopo della misura è rendere più semplice la mobilità dei soggetti affetti da disabilità. Per usufruirne, è necessario il rilascio dell’apposito contrassegno disabili, da parte del Comune di residenza e l’esposizione dello stesso sul cruscotto del veicolo, affinché sia visibile alle forze dell’ordine.
Una fondamentale ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un dubbio molto diffuso tra i disabili: il diritto al parcheggio gratuito nelle strisce blu spetta a prescindere dal possesso della patente di guida o dalla proprietà di un’auto? Ecco cosa hanno stabilito i giudici.
L’ordinanza n. 24936 del 7 ottobre 2019 della Corte di Cassazione ha sancito la discriminazione indiretta da parte dei regolamenti comunali che non consentono anche ai disabili senza patente o che non sono proprietari di un autoveicolo di sostare gratuitamente sulle strisce blu, in assenza di valide giustificazioni (come lo svolgimento di attività professionali o di cure).
La vicenda analizzata dai giudici riguardava una donna disabile grave che aveva deciso di citare in giudizio il suo Comune di residenza perché il relativo regolamento non consentiva la sosta gratuita nelle strisce blu ai disabili provi di patente di guida o di auto di proprietà. Dopo i primi due gradi di giudizio, la Suprema Corte ha stabilito la violazione dell’articolo 3 della Legge n. 104/1992, della Legge n. 67/2006, della Carta di Nizza UE, della Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), che vietano tutte le forme di discriminazione.
Per i giudici, la decisione del Comune di rilasciare ai disabili il permesso per la sosta nelle strisce blu solo al ricorrere di specifiche condizioni comporterebbe una condotta discriminatoria, ai danni dei soggetti affetti da disabilità che utilizzano i parcheggi anche solo per motivi di svago o di interazione sociale.
In conclusione, legare il diritto alla sosta a motivi di cura o allo svolgimento dell’attività professionale non consentirebbe agli interessati la piena partecipazione alla vita cittadina né la tutela dell’uguaglianza e dell’inclusione sociale.
Lenzuola e asciugami sono sempre in disordine? Con questi trucchi per organizzare la biancheria non…
Esiste un metodo che consente di aumentare la pensione per sempre. Scopriamo in cosa consiste…
Un Posto al Sole, Filippo ha detto ufficialmente addio alla soap opera di Rai 1?…
Paradiso delle signore, doppio addio mel cast della serie : due personaggi usciranno di scena…
Le caldaie vanno revisionate periodicamente per legge, per garantire la sicurezza degli impianti. I trasgressori…
Evitare le truffe ai bancomat è possibile grazie a questo semplice trucco che ti protegge…