Compi a breve 62 anni? Arriva la batosta se accedi a Quota 103

Quota 103 è stata rinnovata, ma per chi raggiunge l’età anagrafica nel 2025 è prevista una notevole penalizzazione.

La Legge di Bilancio 2025 ha confermato una serie di misure di flessibilità in uscita, grazie alle quali sarà ancora possibile uscire definitivamente dal mondo del lavoro prima del compimento dei 67 anni di età. Tra le misure rinnovate, c’è Quota 103, accessibile con 62 anni di età e 41 di contribuzione.

quota 103
Quota 103 è stata rinnovata per un ulteriore anno (governarelascuola.it)

Tale meccanismo, tuttavia, prevede una grande limitazione: il ricalcolo dell’assegno previdenziale tramite il solo metodo contributivo, anche per l’ammontare di versamenti accreditati prima del 1° gennaio 1996. Si tratta, senza dubbio, di uno stratagemma per scoraggiare i lavoratori a beneficiare dell’uscita anticipata, perché subiranno inevitabilmente un taglio sull’importo spettante.

E la penalizzazione sarà più evidente quest’anno (rispetto al 2024), a causa dell’aumento delle speranze di vita. Di conseguenza, i lavoratori che usufruiranno di Quota 103 nei prossimi mesi, riceveranno una pensione più povera.

Quota 103 2025: perché l’ammontare della pensione sarà più basso?

Come abbiamo anticipato, l’assegno pensionistico accreditato a coloro che optano per Quota 103 subisce una decurtazione per effetto del ricalcolo contributivo. Ma non si tratta dell’unica limitazione.

penalizzazione quota 103
Chi accede a Quota 103 deve fare i conti con una serie di limitazioni (governarelascuola.it)

Fino al compimento dell’età pensionabile (cioè 67 anni), gli interessati potranno ricevere un assegno non superiore a 5 volte il trattamento minimo INPS (ossia 3.016,95 euro lordi). Non potranno, inoltre, svolgere alcuna attività lavorativa, a eccezione delle prestazioni occasionali fino a 5 mila euro.

Ma, dal 2025, c’è un’altra novità destinata a incidere profondamente sul destino dei beneficiari di Quota 103. Con l’innalzamento delle speranze di vita, infatti, verranno applicati i nuovi coefficienti di trasformazione, ossia i parametri utilizzati sul montante contributivo (la somma dei versamenti accreditati durante l’intera carriera lavorativa) e che contribuiscono alla determinazione dell’importo della pensione.

I coefficienti, purtroppo, sono peggiorati e, di conseguenza, a parità di anzianità contributiva, gli assegni saranno più poveri rispetto al 2024. Tali parametri rimarranno, inoltre, in vigore per un biennio, fino al 2026. Per capire la portata della novità, è opportuno fare un esempio.

Se Tizio compirà 62 anni nel 2025 e deciderà di andare in pensione con Quota 103, potrà fare affidamento su un coefficiente pari al 4,795%, invece che al 4,882%. In che modo cambierà l’ammontare della pensione rispetto allo scorso anno? Con un montante contributivo di 100 mila, la pensione lorda 2025 sarà di 4.795 euro, a fronte dei 4.882 euro del 2024 (87 euro di differenza). Con un montante più elevato, invece, pari a 500 mila, la pensione lorda 2025 sarà di 23.975 euro, mentre nel 2024 era di 24.410 euro (con un taglio, dunque, di ben 435 euro).

Gestione cookie