Confermato il Bonus da 2.000 euro per migliaia di lavoratori. Quali sono i requisiti per richiederlo? Ecco tutti i dettagli.
La Manovra finanziaria ha prorogato il Bonus da 2.000 euro spettante ai lavoratori dipendenti, introdotto nel 2023. Il beneficio è accreditato sotto forma di “fringe benefit”, ossia rimborsi o servizi.
Si tratta, in pratica, di sussidi accessori riconosciuti direttamente in busta paga, come buoni pasto, auto aziendali, borse di studio, prestiti a tassi agevolati, corsi di formazione, somme per il pagamento delle utenze domestiche e dell’affitto.
La Legge di Bilancio 2025 ha stabilito un incredibile beneficio in merito ai fringe benefit e ha anche riconosciuto maggiorazioni per i nuovi assunti costretti a trasferirsi. Vediamo in cosa consistono tali misure.
La nuova Legge di Bilancio ha sancito che i fringe benefit non sono tassabili né sottoposti a contribuzione, perché non concorrono alla formazione del reddito imponibile. In particolare, il tetto esentasse di tali benefici ammonta a 2 mila euro, per i dipendenti con figli, e a 1.000 euro per quelli senza figli.
Il Bonus spetta a: lavoratori dipendenti del settore privato, collaboratori, amministratori lavoratori autonomi occasionali e a coloro che percepiscono redditi di lavoro assimilati (come i tirocinanti). Viene attribuito come compenso in busta paga, insieme allo stipendio, ma non sotto forma di denaro. È, infatti, costituito da beni e servizi, specificati nel cedolino, a prescindere dal reddito o dall’ISEE dei beneficiari.
Attenzione, però, perché il riconoscimento dei fringe benefit non costituisce un vero e proprio diritto, ma è rimesso alla scelta delle aziende. Spetta ai datori di lavoro decidere se erogarli.
La Manovra finanziaria 2025 ha stabilito una maggiorazione delle somme per i nuovi assunti che devono trasferirsi, per ragioni di lavoro, a più di 100 chilometri dalla propria residenza. Nel dettaglio, possono ricevere un Bonus da 5 mila euro, anziché da 2 mila euro nel 2025.
Per ottenere il beneficio, i lavoratori interessati devono dimostrare al datore di averne diritto, inviando il codice fiscale del figlio o dei figli fiscalmente a carico. In base a quanto indicato nella Circolare n. 5/E dell’Agenzia delle Entrate, nel caso in cui il Bonus venisse usato per coprire i costi di affitto, il datore di lavoro è tenuto a ricevere e conservare tutta la documentazione attestante la spesa, in caso di controlli.
In alternativa, il lavoratore può inviare una Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, con la quale certifica che le somme in oggetto non sono già state erogate sotto forma di rimborso, anche da altri datori di lavoro.
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