Alcune novità riguardano da vicino i percettori dell’Assegno Unico Universale: cosa cambia per i beneficiari della misura.
L’Assegno Unico Universale rientra tra le misure che hanno subito delle modifiche a partire dal 1° gennaio 2025. Sono diverse, difatti, le novità per il contributo, riconosciuto alle famiglie per ogni figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, ad eccezione dei figli disabili per cui non è previsto un requisito anagrafico.
Tali modifiche riguardano gli importi erogati che saliranno durante il nuovo anno, ma anche la possibilità per i beneficiari della misura di poter accedere ad altri contributi dai quali erano rimasti esclusi durante gli anni precedenti. Le novità riguarderanno anche i genitori che lavorano.
Assegno Unico Universale, le novità introdotte per il 2025
Arrivano due importanti novità per i percettori dell’Assegno Unico Universale, contributo economico di cui, secondo le ultime statistiche in merito, durante lo scorso anno, hanno usufruito ben quasi 10 milioni di famiglie.
La prima novità riguarda gli importi. Come accade per le pensioni e le altre prestazioni assistenziali, difatti, le cifre dell’Assegno Unico Universale verranno aggiornate tenendo conto del tasso di inflazione accertato dall’Istat (0,8%). In particolare, il contributo minimo passerà da 57 a 57,45 euro, mentre quello massimo da 199,40 a 200,99 euro per ogni figlio. Della stessa percentuale saliranno anche le maggiorazioni della misura previste in determinati casi, ad esempio per i figli a carico con meno di un anno, per le madri di età inferiore ai 21 anni e ancora per i nuclei familiari con entrambi i genitori lavoratori. In quest’ultimo caso, nel 2024 era prevista una maggiorazione pari a 34,10 euro mensili con Isee pari o inferiore a 17.090,61 euro, con reddito oltre tale soglia l’importo si riduce gradualmente fino ad azzerarsi. L’importo della maggiorazione massimo dovrebbe, dunque, salire a 34,37 euro per effetto della rivalutazione.
La seconda modifica riguarda sempre gli importi che, da quest’anno, non verranno più tenuti in considerazione per il calcolo dell’Isee per le famiglie che richiedono il bonus nuove nascite ed il bonus asilo nido. Il primo è il contributo, introdotto di recente dal Governo per incentivare la natalità, che prevede l’erogazione una tantum di un bonus da mille euro per le famiglie con figli nati o adottati a decorrere dal 1° gennaio 2025 ed un Isee non superiore ai 40mila euro. Il bonus asilo nido è, invece, il contributo che aiuta le famiglie con figli sotto i 3 anni a sostenere le spese per le rette degli asili o l’assistenza domiciliare in caso di minori affetti da gravi patologie. In quest’ultimo caso, la novità consentirà di ricevere importi superiori, dato che il bonus nido viene erogato in base alla situazione familiare del richiedente.
È necessario sapere che l’esclusione delle somme dall’Isee non è retroattiva ed è prevista, dunque, solo a partire dal 1° gennaio 2025.