La Legge di Bilancio ha introdotto la possibilità di incrementare la quota di contribuzione a carico di coloro che iniziano a lavorare quest’anno.
I lavoratori che inizieranno quest’anno, per la prima volta, a versare contributi all’INPS come dipendenti, autonomi o parasubordinati avranno la possibilità di ottenere un incremento del 2% su tali contributi.
In pratica, potranno crearsi una quota aggiuntiva di pensione, che sarà accreditata al momento della maturazione dei requisiti per la pensione vera e propria. Per accedere al beneficio, è necessaria l’iscrizione alle forme di Previdenza Pubbliche Obbligatorie dopo il 1° gennaio 2025. Quali sono i reali vantaggi della misura? Scopriamolo.
Maggiorazione della quota contributiva del 2%: quali lavoratori possono richiederla?
I neo lavoratori, ossia coloro che inizieranno a lavorare nel 2025 e a versare contributi previdenziali da lavoro subordinato, autonomo o parasubordinato, avranno la facoltà di aumentare il proprio montante contributivo individuale fino al 2%.
La maggiorazione viene applicata dall’INPS e, quindi, non possono fruirne gli iscritti alle Casse professionali (come avvocati, medici, ingegneri). Ma quali sono i risvolti pratici della misura? Che i lavoratori dipendenti privati, che ora sono tenuti al versamento del 9,19% della retribuzione, potranno aumentare la quota contributiva fino all’11,19%. Gli artigiani e i commercianti, invece, che attualmente devono pagare il 24%, potranno innalzare la cifra fino al 26%.
Pro e contro della maggiorazione contributiva per i giovani
Incrementare il montante contributivo ai fini pensionistici rappresenta un’opportunità davvero appetibile, soprattutto se pensata per i giovani, che saranno quelli maggiormente penalizzati in futuro. La quota di maggiorazione, tuttavia, incontra dei limiti.
Nel dettaglio, non potrà essere usata per raggiungere il requisito dell’importo pari ad almeno tre volte l’Assegno sociale, ai fini dell’accesso alla pensione anticipata con 64 anni di età e 20 di contribuzione. Non servirà, inoltre, per la maturazione del requisito dell’importo pari all’Assegno sociale per la pensione di vecchiaia con 67 anni di età e 20 di contributi.
La quota di contributi aggiuntivi viene riconosciuta soltanto al momento del compimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. Di conseguenza, anche coloro che beneficeranno del pensionamento anticipato dovranno raggiungere i 67 anni di età, per ottenere ufficialmente la maggiorazione.
Occhio, infine, perché i contributi accreditati in più per il solo fine di aumentare il montante contributivo incontrano un forte limite nella possibilità di dedurli dal reddito solo per il 50%. In tal senso, i lavoratori subiscono una penalizzazione rispetto al regime ordinario che, invece, stabilisce la deducibilità al 100% dei versamenti accreditati ai fini pensionistici.