Cambiano le regole per la Dichiarazione dei Redditi, con l’obbligo di indicare il CIN per gli affitti brevi. Per chi si applica la tassazione al 21%?
La Legge di Bilancio 2025 ha inserito una serie di novità per regolarizzare gli affitti brevi, ossia le locazioni che hanno una durata massima di 30 giorni e che coinvolgono soggetti che non esercitano attività d’impresa.
In base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2024, questa tipologia di affitti va tassata tramite cedolare secca, con applicazione dell’aliquota agevolata al 21%. In caso di più immobili, su quelli successivi al primo si applica l’aliquota ordinaria al 26%.
La nuova Manovra finanziaria ha inserito anche un ulteriore obbligo per i locatari, al fine di combattere l’evasione fiscale (soprattutto nel settore del turismo). In cosa consiste e quali conseguenze comporta per i proprietari?
Cedolare secca locazioni brevi: le regole per compilare in maniera corretta la Dichiarazione dei Redditi
Come abbiamo anticipato, le locazioni brevi usufruiscono della tassazione agevolata al 21%, tramite cedolare secca. Esistono, tuttavia, dei limiti a tale regime, elencati nella Circolare/E 10 del 2024 dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui la locazione avvenga tramite intermediari immobiliari o portali telematici, saranno questi ad agire come sostituti d’imposta e, dunque, a effettuare la ritenuta del 21% come acconto sul costo dei canoni, al momento del pagamento da parte dell’affittuario.
Gli intermediari, inoltre, hanno l’obbligo, entro il 30 giugno successivo, di inviare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati relativi ai contratti stipulati. È, poi, onere del contribuente proprietario indicare per quale immobile intende beneficiare della tassazione al 21%. Per esempio, se Tizio possiede due strutture affittate con locazioni brevi, dovrà indicare nella Dichiarazione dei Redditi per quale di esse vuole che si applichi l’aliquota al 21%.
Obbligo di CIN per gli affitti brevi: cosa succede se non si richiede o espone il Codice?
La Legge di Bilancio 2025, al fine di garantire maggiore sicurezza e trasparenza, ha istituito l’obbligo di specificare il CIN (Codice Identificativo Nazionale) nella Dichiarazione dei Redditi e nella Certificazione Unica dei contribuenti che affittano i propri immobili tramite locazioni brevi o con finalità turistiche.
Il CIN rappresenta un codice alfanumerico attribuito dal Ministero del Turismo tramite una procedura automatizzata. La Manovra finanziaria ha specificato che deve essere necessariamente esposto all’esterno degli edifici affittati (incluse le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere) e precisato in tutti gli annunci pubblicati (anche online).
Nell’ipotesi di mancata attivazione del CIN, è prevista l’irrogazione di sanzioni che vanno da un minimo di 800 a un massimo di 8 mila euro. Nel caso, invece, di omessa esposizione del CIN, le multe vanno da 500 a 5 mila euro.