In alcuni casi, si può ottenere il discarico automatico delle cartelle esattoriali o usufruire di uno strumento per pagare in maniera agevolata.
Una delle conseguenze più temute dai contribuenti che hanno debiti con il Fisco e hanno ricevuto cartelle esattoriali è il pignoramento dei propri beni. Dopo la notifica della cartella di pagamento, il destinatario ha 60 giorni di tempo per opporsi.
In caso contrario o nell’ipotesi di mancato pagamento della somma dovuta, la cartella diventa definitiva e, di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate sarà legittimata a iniziare l’esecuzione forzata. Per evitare uno spreco di risorse, l’Ente di riscossione deve sempre verificare, presso l’Anagrafe Tributaria e il Registro dei Rapporti Finanziari, se il debitore ha beni mobili o immobili, conti correnti o fonti di reddito (ad esempio, stipendio o affitti).
Ma cosa succede nel caso in cui l’interessato non possieda nulla o sia proprietario solo di beni “impignorabili”, come la casa di abitazione, la pensione di invalidità, l’indennità di accompagnamento o di disoccupazione?
Cancellazione dei debiti con il Fisco: che cos’è il discarico automatico?
Se i debitori non possiedono alcun bene pignorabile o non percepiscono alcun reddito aggredibile, le cartelle esattoriali vengono eliminate in maniera automatica, dopo 5 anni. Alla fine del quinto anno, dunque, l’Ente di Riscossione restituisce il ruolo all’Ente creditore (ad esempio, l’INPS o l’Agenzia delle Entrate) e, poi, sarà quest’ultimo a stabilire se procedere o meno con l’esecuzione. Tale fenomeno prende il nome di “discarico automatico del debito“.
In questi casi, è ammesso il discarico anticipato:
- chiusura di procedure fallimentari o liquidazioni giudiziarie;
- mancanza di beni pignorabili attestati dall’Anagrafe Tributaria e dal Registro dei rapporti finanziari;
- assenza di individuazione di nuovi beni aggredibili entro due anni dall’azione di recupero.
Nell’ipotesi di inerzia del Fisco, le cartelle esattoriali di prescrivono:
- in 10 anni, in caso di imposte statali (ad esempio, IRPEF, IVA, IRES);
- in 5 anni, in caso di tributi locali (come IMU e TARI);
- in 3 anni, per il bollo auto.
Sovraindebitamento: quando è possibile?
I debitori che non vogliono aspettare la prescrizione, possono beneficiare della procedura di sovraindebitamento. Permette di tagliare il debito a un importo fissato dal giudice, a condizione che il debitore si attenga a un piano di pagamento convincente ed equo per il creditore.
Segnaliamo, infine, che i debiti relativi a cartelle esattoriali non pagate si trasferiscono agli eredi, nel caso di accettazione dell’eredità. In quest’ipotesi, l’unica soluzione per scongiurare conseguenze più gravi è la rinuncia all’eredità.